Roberta Sotgiu - Il mio Fabrizio De André 2019 Palazzo Ducale Genova

Il mio Fabrizio. Giornata per Fabrizio De André – 11 gennaio 2019 – Palazzo Ducale, Genova

 

Un figlio di Genova, un figlio veramente speciale, un dono.
– Dori Ghezzi

Oggi sarebbe particolarmente preziosa la sua voce fuori dal coro, il suo modo di essere originale, non per il gusto di esserlo ma semplicemente perché corrispondeva alla sua coerenza. Anche oggi credo che ci darebbe una lezione senza volercela dare, con l’esempio.
– Neri Marcorè


11 gennaio 2019, sono trascorsi vent’anni dalla scomparsa di Fabrizio De André.

Regione Liguria e Palazzo Ducale, in collaborazione con Comune di Genova, Fondazione Fabrizio De André Onlus e Rai Teche dedicano un’intera giornata al ricordo del cantautore ligure. Cuore della celebrazione, nella Sala del Maggior Consiglio, l’appuntamento con Dori Ghezzi, Cristiano De André, Gino Paoli, Neri Marcoré, Antonio Ricci, Fabio Fazio, Morgan, Mauro Pagani e Luca Bizzarri che raccontano al pubblico il “loro” Faber.

Fabrizio ha incanalato tutte le utopie, la voglia di rivolta, ci ha fatto capire che si potevano avere certi ideali senza per forza avere degli eroi. Questa idea libertaria è stata fondamentale.
– Antonio Ricci

L’incontro, moderato da Margherita Rubino e Ilaria Cavo, Assessore alla comunicazione, formazione, politiche giovanili e culturali della Regione Liguria, è impreziosito dagli interventi di Giorgio Gori, Vittorio De Scalzi e Vincenzo Spera oltre che dai discorsi del Sindaco di Genova Marco Bucci e del Presidente della Regione Giovanni Toti. Il Direttore de Il Secolo XIX, mediapartner dell’evento, e Luca Bizzarri si alternano nella lettura delle testimonianze dei lettori del quotidiano, ricordi pieni di affetto e riconoscenza, anche da parte dei più giovani.

Non sono molto bravo a commemorare mio padre. Preferisco ricordarlo nel giorno del suo compleanno, il 18 febbraio. Molti mi hanno chiesto cosa mi manca di lui. Mi manca lui, mi manca mio padre. Probabilmente se fosse ancora qui avremmo fatto qualcosa insieme. È stata una persona con una coerenza talmente alta da non farsi scalfire da nessun tipo di tentativo consumistico, è andato sempre avanti per la sua strada scrivendo delle cose veramente alte. Credo di non aver mai conosciuto una persona che avesse la sua autocritica, arrivava quasi all’autolesionismo, non era mai contento fino alla fine di quello che faceva; voleva sempre puntare in alto ed è per quello che probabilmente è diventato quello che è diventato. Una persona che per la sua coerenza, schierandosi sempre dalla parte degli ultimi, degli emarginati, contro suprusi, guerre è diventato oggi per tutti un appiglio in questo vuoto esistenziale.
– Cristiano De André

Inaspettata la massiccia risposta della città – e non solo. Dopo una coda lunga ore, i posti a sedere in sala ben presto vanno esauriti e chi è rimasto fuori si accalca nel porticato del Palazzo per assistere alla tavola rotonda attraverso il megaschermo. Calorosi gli applausi, qualcuno urla un ringraziamento agli artisti che onorano il ricordo di Faber e che, essi stessi, contribuiscono ad allietare la nostra vita con la loro musica.

Come tutti gli intellettuali e poeti aveva il dono della sintesi, cioè di capire perfettamente il momento, di riuscire a raccontarlo con valori universali. Un lascito che per tutti noi è un regalo. Un messaggio senza tempo. Fa parte davvero della vita di tutti noi.
– Fabio Fazio

Profondamente toccanti tutte le parole degli intervenuti anche se in realtà gioia è stata la vera parola d’ordine di questa giornata. A farla da padrone sono stati i sorrisi, gli aneddoti, gli sguardi di complicità tra chi era lì a ricordare un amico, un maestro, un compagno, un padre, un riferimento, un uomo e un artista che ha dato moltissimo a tutti, a tutti coloro che avessero e abbiano la sensibilità per comprenderne la profondità e la grandezza.

Di certo è stato tantissime cose Fabrizio ma è stato un pezzo non solo della storia della nostra regione ma della storia della letteratura italiana.
– Ilaria Cavo

Per me Fabrizio è un grande insegnamento, un punto di riferimento musicale e testuale, è quest’anima grande che vive ancora, una voce che ha una risonanza incredibile. Si partirebbe da De André se si dovesse inizire mai a insegnare la canzone, è il padre in questo senso, colui il quale ha scritto LA canzone.
– Morgan

Alle parole di Ilaria cavo e di Morgan fanno eco quelle di Mauro Pagani che a lungo ha collaborato con Faber:

Ho avuto la fortuna di lavorare 14 anni con Fabrizio, sono stati 14 anni meravigliosi e intensi. Ho collaborato con molti musicisti nella mia vita ma lavorare 14 anni col più bravo di tutti è un gran privilegio, si imparano un sacco di cose. Fabrizio ha lasciato un segno indelebile nella letteratura italiana, nella storia della canzone perché ogni scelta che ha fatto l’ha ponderata, frutto di un rispetto enorme per la parola e per le persone che gli stavano intorno.
– Mauro Pagani

Io non mi ricordo Fabrizio come ve lo ricordate voi, io mi ricordo un amico. Fabrizio era un ragazzo dolcissimo, molto semplice. Noi abbiamo avuto la fortuna di non prenderci mai sul serio. Io credo che se Fabrizio fosse qui oggi a sentire gli elogi, la retorica, vi manderebbe tutti… dove dico io, quasi sicuramente!
– Gino Paoli

Invidio molto tutti voi che avete conosciuto Fabrizio, questa cosa di non prendervi mai sul serio è una cosa che da comico apprezzo molto e anzi forse se cominciassimo tutti a prenderci un po’ meno sul serio si vivrebbe meglio e con meno cattiveria in questi tempi così pieni di odio.
– Luca Bizzarri

Ed ecco che le parole lasciano il posto alla musica, con l’improvvisazione di Morgan, Mauro Pagani, Neri Marcorè, Vittorio De Scalzi e Dori Ghezzi. L’eredità più grande che ci ha lasciato Faber, alla fine, è questa: musica senza tempo, parole intramontabili.

 


 

Il reportage fotografico:

 

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